sabato 23 gennaio 2010

Tv: slitta il passaggio al digitale terrestre nelle regioni settentrionali

Slitta di alcuni mesi il passaggio al digitale terrestre nelle regioni settentrionali (eccetto il Piemonte occidentale, dove è già attivo) per evitare concomitanze con le elezioni regionali di marzo e con i Mondiali di calcio di giugno. Lo ha deciso il Comitato nazionale Italia digitale, che ha accolto la proposta del vice ministro alle Comunicazioni Paolo Romani.
 
CALENDARIO - Il nuovo calendario, spiega una nota del ministero dello Sviluppo economico-Comunicazioni, prevede una fase di switch over, con il passaggio di Raidue e Retequattro alla sola tecnologia digitale fissata al 18 maggio nella macro-area che comprende tutte le province lombarde eccetto Mantova, tutte le province piemontesi eccetto Torino e Cuneo, e le province emiliane di Piacenza e Parma, per un totale di 12 milioni di abitanti. «Il passaggio definitivo di tutte le trasmissioni al digitale si articolerà secondo queste date:
- dal 15 settembre al 20 ottobre in Lombardia, Piemonte orientale, province di Piacenza e Parma
- dal 21 ottobre al 25 novembre in Emilia Romagna (eccetto Piacenza e Parma), Veneto e Friuli-Venezia Giulia
- 26 novembre al 20 dicembre in Liguria.

(Corriere.it)

giovedì 6 agosto 2009

La Curia ha detto stop: Radio E chiude

"E' come un aborto". Detto da un sacerdote, è un concetto forte. Ma don Armando Carminati non fa nulla per nascondere l'amarezza mista a rabbia che gli turba l'anima da poco più di una settimana. Da quando i vertici della Curia, per bocca di monsignor Lucio Carminati e di monsignor Maurizio Gervasoni, gli hanno comunicato che a settembre Radio E, di cui è direttore da cinque anni, deve chiudere i battenti. Sul Colle non sono più disposti a sborsare i circa 200 mila euro che servono per mandare avanti una emittente che da vent'anni diffonde il Verbo insieme a notiziari, dibattiti, trasmissioni sportive e culturali.
Nata come Radio Emmanuel su iniziativa di don Erminio Brasi, sacerdote del Sacro Cuore, con l'obbiettivo di unire e salvare le frequenze in dotazione ad una ventina di parrocchie (tra queste Sarnico, Grumello del Monte, Mornico, Almè, Villongo), per quindici anni ha dato spazio soprattutto ai temi religiosi, alla predicazione. Una sorta di Radio Maria in versione orobica, insomma. Fino a cinque anni fa quando, per ragioni personali, don Brasi ha passato la mano. L'allora vescovo Roberto Amadei decise di affidare la radio della Diocesi a don Armando Carminati, da poco rientrato in Bergamasca (come parroco di Selino Alto) dopo 12 anni trascorsi in Bolivia. Il cambio del nome in Radio E non era una semplice riverniciatura. Voleva essere, ed è stato anche, un rilancio.
Grazie anche alla consulenza di un esperto come Claudio Astorri, nella programmazione è stata introdotto la musica leggera. Ma soprattutto sono arrivati programmi di taglio più giornalistico: dalla rassegna stampa ai fili diretti, dagli ospiti in studio alle cronache in diretta delle partite dell'Albinoleffe. Tutto sulle spalle di una struttura agile, con pochissime figure a contratto (diminuite negli anni) e moltissimi volontari. Negli ultimi tempi erano più di una sessantina. Gente di tutti i tipi e le estrazioni: dal professionista al ragazzo dell'oratorio, dallo studente all'insegnante. Un universo variegato ma coeso nello sforzo di dare voce sì alle tematiche cattoliche (grazie in particolare agli interventi di don Chino Pezzoli, del parroco di Mozzo don Davide e dello stesso don Armando) ma anche a temi laici. Il microfono è stato lasciato aperto a tutti, indipendentemente e al di là delle idee politiche e della fede religiosa. E piano piano, in un panorama editoriale non facile, Radio E è riuscita a conquistarsi un suo spazio. Piccolo, certo, ma crescente.
Solo che i conti non tornavano. O meglio, dopo aver ripianato sempre i conti, la Curia ha deciso di dire basta. Per l'emittente significa la chiusura. Perchè Radio E, pur facendo riferimento alla Diocesi, non è mai entrata nella galassia della Sesaab, la holding editoriale controllata dalla Curia medesima con oltre il 70 per cento delle azioni e che edita, tra gli altri, L'Eco di Bergamo, La Provincia di Como, Radio Alta e Bergamo Tv. E' sempre stata una "figlia di un Dio minore", a cui non sono mai stati concessi i mezzi e gli agi che altrove invece sono stati elargiti a piene mani (salvo pentirsi a distanza di tempo).
La comunicazione ufficiale della chiusura, come detto, è stata data la scorsa settimana. A settembre si riunirà l'Associazione Radio Papa Giovanni XXIII (la proprietà formale) che, salvo ripensamenti al momento improbabili, prenderà atto della indisponibilità della Curia a finanziare ulteriormente i deficit della radio. L'emittente chiuderà i battenti e le frequenze verranno messe in vendita.
Don Armando vorrebbe non commentare, ma fatica ad accettare la consegna del silenzio. Non per sè, quanto per i tanti volontari che hanno dato tempo e passione per tenere viva la voce di Radio E: "E' un momento di grande amarezza, ma sono anche orgoglioso di aver vissuto una straordinaria esperienza professionale ed umana. Si rischia di disperdere un patrimonio prezioso. Proprio ora che, messe le basi del nostro progetto editoriale, stava nascendo qualcosa di importante. E' come un aborto..."
Così è, a meno di un intervento in extremis del nuovo vescovo. Monsignor Francesco Beschi è uomo sensibile al tema della comunicazione, come ha dimostrato nella sua precedente esperienza bresciana. La chiusura della radio della Diocesi a pochi mesi dall'insediamento, pur motivata da comprensibili ragioni economiche e non dettata da volontà punitive, suonerebbe come una nota stonata.

sabato 25 luglio 2009

Controlli della Guardia di Finanza presso radio e tv locali

Le Unità Speciali della Guardia di Finanza, in collaborazione con l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e il Servizio Antipirateria della Siae stanno eseguendo in tutta Italia una serie di ispezioni presso le emittenti televisive e radiofoniche locali per verificare la regolarità delle autorizzazioni e il rispetto della normativa in materia di diritto d’autore e diritti connessi. Molte le Regioni controllate su tutto il territorio nazionale; tra esse, in particolare, Lombardia, Emilia Romagna e Sicilia. E’ stato accertato che alcune emittenti non risultavano in regola con le autorizzazioni e le condizioni generali di licenza concessa dalla SIAE per l’utilizzazione del repertorio musicale da essa amministrato, né avevano mai corrisposto alcun compenso. È stato altresì accertato, nella maggior parte dei casi, che le società non avevano ottemperato al pagamento dei relativi compensi dovuti per i diritti connessi alla Società Consortile Fonografici (Scf) o ad altre associazioni di categoria. Sono inoltre state sequestrate 12 postazioni informatiche, 70.000 file musicali formato digitale “mp3”, “mp4” e “avi”, nonché 15.000 cd originali e 15.000 dischi in vinile. I controlli hanno consentito di appurare diversi casi di omessa iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione, omessa istituzione del registro dei programmi ed omessa conservazione dell’archivio magnetico, in violazione alle disposizioni previste dalle leggi nn. 249/1997 e 223/1990.

giovedì 23 luglio 2009

Dal 31 luglio parte la piattaforma TivùSat

Tutti assieme sul satellite, Rai, Mediaset e La7. Dal 31 luglio parte in Italia TivùSat, la prima piattaforma digitale satellitare: basterà comprare un decoder (quello di Sky non va bene e neppure quello del digitale terrestre) che costerà circa 100 euro, inserire una card gratuita e fare una telefonata per l'attivazione. Tutti i canali nazionali non a pagamento, che oggi chi non ha il digitale terrestre può vedere solo se è abbonato a Sky, saranno aperti a tutti. «Non è una pay-tv, sarà aperta solo agli editori che diffondono canali non a pagamento — spiega il presidente della società Luca Balestrieri — Ed è assolutamente complementare al digitale terrestre. È un atto dovuto, che anzi arriva in ritardo di anni, in Francia e in Inghilterra piattaforme come la nostra ci sono già». L'obiettivo dei promotori di TivùSat è, dicono in coro, da Balestrieri al vice direttore generale della Rai Giancarlo Leone, dall'amministratore delegato di Rti-Mediaset Marco Giordani al vicepresidente di Telecom Italia Media-La7 Giovanni Stella, di «voler raggiungere quel 5 per cento degli italiani, e sono almeno tre milioni, che non riescono a vedere tutti i canali, senza per questo essere costretti a fare un abbonamento oneroso a Sky». Possibile, tuttavia, che sia solo questo? Da giorni nel mondo politico si parla di una guerra delle frequenze a Sky. Perché se è vero che almeno per il momento sia Rai sia Mediaset giurano che non cripteranno le loro reti generaliste, un domani questo sarà possibile. Inoltre, la Rai ha in scadenza il contratto con Sky (proprio a fine luglio) e sta trattando per rinnovarlo. Qualcuno dice persino che si è già deciso di non rinnovarlo affatto. Ma Giancarlo Leone replica: «Le tre reti generaliste non sono sul tavolo della trattativa, tutto il resto dell'offerta Rai si vedrà oppure non si vedrà più su Sky a seconda di come andrà a finire questa trattativa». Per Mediaset le cose per ora non cambiano perché l'accordo con Sky (per Mediaset plus) è ancora in piedi, scadrà non prima di un paio di anni. «Sia chiaro — dice Marco Giordani di Rti-Mediaset — che noi non prendiamo un euro da Sky per le nostre reti generaliste, quindi è sbagliato dire che scendiamo da Sky perché in realtà non ci siamo mai saliti». Di fatto, allora, che cosa cambia? Potrebbe non cambiare quasi nulla e potrebbe cambiare molto. Chi ha già comprato il decoder del digitale terrestre può fare a meno di comprare quello di TivùSat, vedrà comunque tutto. Chi comprerà il decoder di TivùSat perché non ha ancora comprato quello del digitale terrestre vedrà tutto ma dovrà avere la parabola. Chi ha solo la parabola e vede tutto con l'abbonamento a Sky per adesso può fare a meno di comprare il decoder di TivùSat ma forse, domani, sarà obbligato a farlo. I partecipanti della neonata società ripetono: non c'è nessuna guerra di frequenze. Ma qualcuno ci crede poco. Per Paolo Gentiloni (Pd), TivùSat è «un gigante fuorilegge perché si tratta comunque di un'operazione di concentrazione tra soggetti operanti nel sistema integrato delle comunicazioni», mentre per Antonio Di Pietro (Idv) «è un'ammucchiata che serve solo a portare soldi a Mediaset. La Rai infatti rinuncia a 125 milioni di euro da Sky per questa piattaforma satellitare». (Corriere.it)

lunedì 29 giugno 2009

Europa7: in questi termini a rischio fallimento

“Il primo luglio non trasmettiamo. Non possiamo fare una rete locale, che non è vista a Bologna, Milano, Torino, Napoli, Catania. E’ abbastanza ridicola questa cosa, se la facessimo falliremmo in sei mesi” queste le sconsolate parole di Francesco Di Stefano, patron di Europa 7, circa le nuove direttive sulle frequenze televisive e il loro sfruttamento. Questo mercoledì, Europa7 dovrebbe inaugurare le proprie trasmissioni, dopo il contenzioso iniziato nel 1999 per ottenere le frequenze assegnatele dopo regolare acquisto, e invece mai a disposizione, a causa del persistere di Rete4 tra le reti trasmesse su scala nazionale (dopo aver perso tale diritto nel ‘99 ed essere stata riammessa dalla Legge Gasparri nel 2003, tramite decreto. Tale decreto fu poi considerato illegittimo dal Tar del Lazio nel 2004 e dall’Unione europea nel 2008). “Noi dal ‘99 abbiamo diritto a tre canali, l’unico modo per avere una rete nazionale in analogico. Ora si pretende che noi, con una sola frequenza messa a disposizione, facciamo una rete nazionale. E’ una cosa impossibile tecnicamente - dice stizzito Di Stefano - Le frequenze che ci spettavano non le abbiamo, quindi non si parte”. L’imprenditore, interrogato poi sulla lunga disputa riguardo frequenze tv, e sulle ingerenze politiche in merito, ha fatto notare come sia impossibile sviluppare un proprio network e prescindere da rapporti di scambio con le reti di Cologno Monzese: “In Italia, in questo settore, si appare per quello che la propaganda di Mediaset decide che si debba apparire. Io devo fare un discorso imprenditoriale. Dopo dieci anni bene o male siamo riusciti a stare in piedi. Se partiamo a queste condizioni è sicuro che falliamo e quindi facciamo finalmente felici e contenti gli amici di Mediaset”. (Quomedia)

giovedì 25 giugno 2009

Dab: al via la radio digitale, assegnato il canale 13

Il viceministro delle Comunicazioni, Paolo Romani, in un'intervista da Rtl 102.5, ha annunciato e commentato il varo dell’assegnazione delle frequenze per la Radio Digitale (DAB) in Italia sul Canale 13. “Visto che ce l’abbiamo fatta? Dopo anni di attesa e una trattativa per certi versi difficile con il Ministero della Difesa - ha detto Romani - siamo riusciti a liberare il canale 13, sul quale si farà la sperimentazione per tutte le radio in campo digitale”. Per Romani “è un passaggio epocale perché segna la maturità del digitale radiofonico in Italia, dopo che per anni è stata possibile solo una parziale attività su quelle che in gergo tecnico si chiamano frequenze ‘intercanale’, che non consentivano una sperimentazione completa. Devo ringraziare la disponibilità del ministero della Difesa e del ministro La Russa, che ha reso possibile liberare il canale 13 per la radio”. Per il viceministro è importante aggiungere alla radio tradizionale analogica quello che ha definito “il segmento digitale, che poi sarà il pubblico a decidere in quanto tempo far espandere, procedendo all’aggiornamento delle radio dagli apparecchi classici a quelli di nuova generazione”. Fondamentale questo percorso e questo aggiornamento, prosegue Paolo Romani, perché “permetterà di azzerare l’annoso e classico problema delle interferenze, consentendo a ciascuna Radio di trasmettere su un’unica frequenza su tutto il territorio italiano”. Per l’ascolto, per il prodotto, questo significherà - sottolinea il viceministro - “un miglioramento forte della qualità della radio in Italia, un oggettivo vantaggio per tutti i cittadini italiani”. (Affaritaliani)

mercoledì 17 giugno 2009

Radio Idea compie 25 anni

L’emittente radiofonica Radio Idea, oggi costituita sotto forma di associazione culturale, compie 25 anni.Un importante traguardo che festeggerà con una serie di eventi. Il primo è relativo alla collaborazione per la conclusione del Progetto Esprit, esperienze di prossimità in collaborazione con il Comune di Molfetta e Giovinazzo, l’Arci sezione Tresett, il Distretto socio sanitario n. 3 di Molfetta e la Asl Bari nonché la Comunità Lorusso-Cipparoli di Giovinazzo. Un progetto che è stato occasione di riflessione non solo per le giovani. Sabato 27 giugno alle ore 21.00 in Piazza Municipio, è previsto uno spettacolo come atto finale del progetto con numerosi artisti noti per lo più ai giovani come i Diambar, Sirio Aka Richard Lawson , Giusti, Annalisa de Palma, Gabriella Aruanno, Puni, K – ant mc. Presenterà la serata Lucia Catacchio. Sempre in estate, Radio Idea proporrà anche l’ottava edizione del Festival Disco Novità. Un momento diventato un classico appuntamento estivo. Altri eventi sono in programma nel corso di quest'anno e prevedono la premiazione dei numerosi collaboratori del passato e del presente che hanno accresciuto la notorietà e la diffusione dell'emittente molfettese.Il ricordo sarà anche per chi non c’è più come la fondatrice Giacoma Galeppi che dedicò grandi energie nell’avvio di questa emittente, che pur tra mille difficoltà rappresenta un punto di riferimento per molti giovani e per la città di Molfetta. (Molfettalive)

mercoledì 10 giugno 2009

Inaugurato il sito di Tivù, società partecipata da Rai, Mediaset, e Telecom Italia Media

Si chiama Tivù ed è la società commerciale formata dai principali attori del mercato televisivo italiano: Rai, Mediaset, e Telecom Italia Media. Nata per sviluppare e promuovere in Italia la diffusione della televisione digitale terrestre, ha appena messo on-line il suo nuovo sito. Una salvezza per chi proprio non riesce a raccapezzarsi tra "switch-off" e "switch-over", tra "decoder" e "smart card". Sul nuovo sito web all'indirizzo www.tivu.tv sarà possibile capirci qualcosa di più: si potrà sapere quando avverrà lo spegnimento del segnale analogico nella propria provincia, avere un quadro completo della nuova offerta digitale gratuita dei tre poli televisivi italiani e avere altre informazioni utili sulla nuova tecnologia digitale. La società Tivù sarà presentata ufficialmente in occasione del Forum Europeo sulla televisione digitale, che si terrà a Lucca il 19 giugno 2009. In questa occasione sarà annunciato anche un accordo europeo sulla televisione digitale terrestre messo in atto tra il nostro Paese, la Francia e la Spagna. Per l'Italia, saranno presenti anche importanti istituzioni impegnate nella diffusione della nuova tecnologia: ministero delle Attività produttive, Agcom e DGTVi, l'Associazione per la promozione della televisione digitale terrestre in Italia, che riunisce Rai, Mediaset, Telecom Italia Media, Dfree e le tv locali di FRT. (ADG Informa)

martedì 9 giugno 2009

Sat2000 cambia nome: sarà Tv2000

Con l'avvento del digitale terrestre, l'emittente della Cei "Sat 2000" cambierà il suo nome in "TV2000" ed "entrerà nelle case di tutti gli italiani" grazie al digitale terrestre. Ad annunciare ufficialmente queste due novità sono gli stessi vescovi italiani, nel comunicato finale della 59° Assemblea generale diffuso oggi. Nella recente assise episcopale- si legge nel comunicato - "è stato focalizzato il passaggio alla televisione digitale terrestre, processo già avviato in alcune regioni d'Italia e destinato a completarsi entro il 2012". Per i vescovi italiani "si tratta di un'innovazione tecnologica che comporta significative ricadute anche sul piano della fruizione dello strumento, offrendo allo spettatore una più ampia gamma di scelta fra i canali e la possibilità di interagire con il mezzo televisivo". L'avvento del digitale terrestre, relativamente all'attività dell'emittente cattolica, "comporterà pure una rivisitazione del suo rapporto con le emittenti locali - informa la Cei - che ne ritrasmettevano il segnale e con le quali si intende mantenere e rinnovare il rapporto di reciproca collaborazione". (L'Avvenire)

lunedì 8 giugno 2009

La magistratura ha posto i sigilli all'impianto in costruzione a Pianezze

L’antennone di Pianezze è stato sequestrato. Dopo le discussioni in consiglio comunale e le proteste dei residenti, tocca alla magistratura intervenire sul caso dell’antenna che la ditta Klasse Uno sta costruendo sulle colline di Valdobbiadene.La Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici aveva già in passato disposto l’interruzione dei lavori nel cantiere per l’installazione della grande antenna, ma gli operai non si erano fermati. La stessa ordinanza di sospensione era stata contestata dalla Klasse Uno, che sta portando avanti un ricorso al TAR. Più volte i cittadini avevano segnalato che i lavori a Pianezze procedevano, carabinieri e polizia locale avevano effettuato continui sopralluogo trovando uomini al lavoro e il caso era stato portato anche in consiglio comunale.Ora la Procura ha posto i sigilli all’impianto di radiodiffusione in divenire. L’azienda proprietaria dell’antennone dovrà rispondere di mancata interruzione dei lavori.