sabato 25 luglio 2009

Controlli della Guardia di Finanza presso radio e tv locali

Le Unità Speciali della Guardia di Finanza, in collaborazione con l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e il Servizio Antipirateria della Siae stanno eseguendo in tutta Italia una serie di ispezioni presso le emittenti televisive e radiofoniche locali per verificare la regolarità delle autorizzazioni e il rispetto della normativa in materia di diritto d’autore e diritti connessi. Molte le Regioni controllate su tutto il territorio nazionale; tra esse, in particolare, Lombardia, Emilia Romagna e Sicilia. E’ stato accertato che alcune emittenti non risultavano in regola con le autorizzazioni e le condizioni generali di licenza concessa dalla SIAE per l’utilizzazione del repertorio musicale da essa amministrato, né avevano mai corrisposto alcun compenso. È stato altresì accertato, nella maggior parte dei casi, che le società non avevano ottemperato al pagamento dei relativi compensi dovuti per i diritti connessi alla Società Consortile Fonografici (Scf) o ad altre associazioni di categoria. Sono inoltre state sequestrate 12 postazioni informatiche, 70.000 file musicali formato digitale “mp3”, “mp4” e “avi”, nonché 15.000 cd originali e 15.000 dischi in vinile. I controlli hanno consentito di appurare diversi casi di omessa iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione, omessa istituzione del registro dei programmi ed omessa conservazione dell’archivio magnetico, in violazione alle disposizioni previste dalle leggi nn. 249/1997 e 223/1990.

giovedì 23 luglio 2009

Dal 31 luglio parte la piattaforma TivùSat

Tutti assieme sul satellite, Rai, Mediaset e La7. Dal 31 luglio parte in Italia TivùSat, la prima piattaforma digitale satellitare: basterà comprare un decoder (quello di Sky non va bene e neppure quello del digitale terrestre) che costerà circa 100 euro, inserire una card gratuita e fare una telefonata per l'attivazione. Tutti i canali nazionali non a pagamento, che oggi chi non ha il digitale terrestre può vedere solo se è abbonato a Sky, saranno aperti a tutti. «Non è una pay-tv, sarà aperta solo agli editori che diffondono canali non a pagamento — spiega il presidente della società Luca Balestrieri — Ed è assolutamente complementare al digitale terrestre. È un atto dovuto, che anzi arriva in ritardo di anni, in Francia e in Inghilterra piattaforme come la nostra ci sono già». L'obiettivo dei promotori di TivùSat è, dicono in coro, da Balestrieri al vice direttore generale della Rai Giancarlo Leone, dall'amministratore delegato di Rti-Mediaset Marco Giordani al vicepresidente di Telecom Italia Media-La7 Giovanni Stella, di «voler raggiungere quel 5 per cento degli italiani, e sono almeno tre milioni, che non riescono a vedere tutti i canali, senza per questo essere costretti a fare un abbonamento oneroso a Sky». Possibile, tuttavia, che sia solo questo? Da giorni nel mondo politico si parla di una guerra delle frequenze a Sky. Perché se è vero che almeno per il momento sia Rai sia Mediaset giurano che non cripteranno le loro reti generaliste, un domani questo sarà possibile. Inoltre, la Rai ha in scadenza il contratto con Sky (proprio a fine luglio) e sta trattando per rinnovarlo. Qualcuno dice persino che si è già deciso di non rinnovarlo affatto. Ma Giancarlo Leone replica: «Le tre reti generaliste non sono sul tavolo della trattativa, tutto il resto dell'offerta Rai si vedrà oppure non si vedrà più su Sky a seconda di come andrà a finire questa trattativa». Per Mediaset le cose per ora non cambiano perché l'accordo con Sky (per Mediaset plus) è ancora in piedi, scadrà non prima di un paio di anni. «Sia chiaro — dice Marco Giordani di Rti-Mediaset — che noi non prendiamo un euro da Sky per le nostre reti generaliste, quindi è sbagliato dire che scendiamo da Sky perché in realtà non ci siamo mai saliti». Di fatto, allora, che cosa cambia? Potrebbe non cambiare quasi nulla e potrebbe cambiare molto. Chi ha già comprato il decoder del digitale terrestre può fare a meno di comprare quello di TivùSat, vedrà comunque tutto. Chi comprerà il decoder di TivùSat perché non ha ancora comprato quello del digitale terrestre vedrà tutto ma dovrà avere la parabola. Chi ha solo la parabola e vede tutto con l'abbonamento a Sky per adesso può fare a meno di comprare il decoder di TivùSat ma forse, domani, sarà obbligato a farlo. I partecipanti della neonata società ripetono: non c'è nessuna guerra di frequenze. Ma qualcuno ci crede poco. Per Paolo Gentiloni (Pd), TivùSat è «un gigante fuorilegge perché si tratta comunque di un'operazione di concentrazione tra soggetti operanti nel sistema integrato delle comunicazioni», mentre per Antonio Di Pietro (Idv) «è un'ammucchiata che serve solo a portare soldi a Mediaset. La Rai infatti rinuncia a 125 milioni di euro da Sky per questa piattaforma satellitare». (Corriere.it)