lunedì 15 dicembre 2008

Criptaggio Rai: la soluzione è 'vicina'

Per gli italiani all'estero la questione del "criptaggio Rai" sembra d'importanza non solo materiale ma anche culturale: un vero e proprio caposaldo irrinunciabile del legame che persiste con la loro madre-patria. La deriva che essi paventano è quella di un crollo della diffusione della lingua nel mondo, trasmessa anche grazie ai grandi media nazionali. La Svizzera, già da tempo, ha adottato un metodo di diffusione che fa anche al caso della Radiotelevisone Italiana che, con le opportune modifiche, potrebbe assicurare totale visibilità all'estero e consentire all'emittente l'acquisizione di un bacino d'utenza - pagante - molto più consistente rispetto a quello attuale. "Abbiamo i diritti di diffusione limitatamente al territorio elvetico, - spiega l'ingegnere Nicolas Cattaneo responsabile distribuzione vettori Rtsi - per questo già da quando abbiamo attivato la diffusione su satellite abbiamo creato le condizioni per proteggere il nostro segnale tramite le schede". In seguito, con il passare del tempo, si è "sviluppata" la richiesta dei cittadini svizzeri che risiedevano oltre confine di poter guardare i programmi nazionali e "per questo - afferma Cattaneo - abbiamo dato anche a loro la possibilità di ricevere il nostro segnale semplicemente richiedendo la tessera, alla quale avevano diritto in quanto cittadini della confederazione, pagando una parte del canone, anche se non risiedono in Svizzera". Così facendo la Rtsi (Radio televisione svizzera italiana) e SSR hanno potuto acquisire i diritti dei programmi da lanciare nell'etere, senza dover affrontare costi esorbitanti per l'acquisto dei diritti televisivi, grazie alla protezione delle trasmissioni per mezzo del decoder satellitare. La tessera, infatti, è personale e ad oggi, il numero di utenti in tutta Europa è di 700mila abbonati: "la situazione è molto sotto controllo" spiega Cattaneo, infatti la televisione sa dove si trova ogni smart-card in ogni paese europeo, e "se ci dovessero essere degli abusi è possibile bloccare le schede dirette", grazie al controllo remoto. Questo per l'azienda significa: "più lavoro a livello gestionale ma ci dà - dice Cattaneo - più consapevolezza della parte di utenza che riceve il segnale". Il costo d'attuazione per il fornitore è di "svariati milioni di euro", ma per la Svizzera "era l'unica possibilità, altrimenti non potevamo avere i diritti perché ci sarebbero costati troppo", afferma Cattaneo. Sebbene la Rtsi non avesse altra scelta, la decisione di portare le trasmissioni su satellite, concedendo la decodifica del segnale ai cittadini elvetici, si è rivelata un buon investimento - a fronte del risparmio per l'acquisizione dei diritti televisivi e gli introiti derivanti dai canoni. Per questo il sistema italiano non regge il confronto con quello elvetico, perché si trova a dover fare i conti con una modernizzazione che i vicini d'oltralpe stavano già raggiungendo nel 1998/99 - quando è iniziata la rivoluzione satellitare. Senza contare il guadagno derivato dalla capacità di intercettare una popolazione interessata - e disposta al pagamento del canone - che altrimenti si troverebbe 'costretta' a rivolgersi ad altri grandi broadcaster dell'etere: alcuni italiani residenti all'estero (popolazione europea di 2milioni e mezzo di persone) hanno scelto l'abbonamento Sky per guardare i programmi italiani criptati dalla Rai, investendo denaro in qualità e quantità, per non vedersi negata la possibilità di seguire i programmi nazionali in lingua. "Rimane un contatto con la nazione, con la realtà locale dove sono nati o da dove si sono allontanati per lavoro. Con questo sistema - spiega Cattaneo - copriamo gran parte dell'Europa e possiamo dare loro la possibilità di vedere e di capire cosa succede in tempo reale". Va aggiunto che il sistema satellitare non è strettamente vincolante per l'emittente che può decidere, a sua discrezione, di diffondere alcuni programmi in chiaro (produzioni proprie ad esempio) e riservare la codifica solo per altre programmazioni per cui non si hanno diritti di diffusione oltre confine. "Anche per questo - afferma Cattaneo - lo consiglierei comunque ad un broadcaster pubblico perché dà la possibilità all'utenza che è all'estero, per qualunque ragione, di seguire sempre i programmi ed essere a contatto con la realtà della nazione". Il che si traduce in "valore aggiunto" da fornire ai cittadini. Con il sistema di criptaggio Rai, invece, il segnale diventa invisibile a tutti: italiani e stranieri compresi. Un modus operandi "limitante" specialmente nell'ottica di "una televisione ad alta definizione ed una qualità della trasmissione verso la quale ci stiamo muovendo negli ultimi anni per dare il massimo all'utenza". Ed è così che "il satellite diventa un vettore prioritario" grazie al quale "è possibile - conclude Cattaneo - dare la possibilità all'utenza di vedere tutti i programmi, se è in regola con il canone e con il pagamento dei diritti". (Alberto Brambilla - News ITALIA PRESS)