giovedì 28 maggio 2009

Radio Libere, anni '70

Si intitola "Libere!" ed è un bel saggio che racconta la storia delle radio italiane che hanno trasmesso per prime oltre i canali Rai. Il libro lo firma Stefano Dark ed è appena uscito per l'editore Stampa alternativa – Nuovi equilibri al prezzo di 15 €. Perché le emittenti si chiamavano libere e che cosa hanno rappresentato per la comunicazione e i media italiani lo si capisce proprio leggendo le circa 200 pagine di quest'ampia analisi. E rispetto alle radio italiane di ogni colore e località si assimilano anche concetti come "controinformazione", "partecipazione" e il "Settantasette". Una storia composita e corale, nutrita da così tante storie e tanti nomi da far quasi impressione. Un'esperienza complessa che culmina nella seconda metà degli anni Settanta del secolo scorso e può essere letta sotto molti punti di vista. Primo tra tutti il valore della nuova "libertà" di trasmettere.
Questo saggio è come un viaggio a tappe: si parte dalla nascita della radio in Italia e dalle sue caratteristiche stataliste e di monopolio, tipiche del broadcasting europeo. Si attraversano velocemente fascismo, guerra e ricostruzione per arrivare ai primi successi che segnano una stagione di svecchiamento per la Rai (Per Voi Giovani, Bandiera Gialla, Supersonic, Hit Parade e Alto Gradimento). Già, il modello dell'ente radiotelevisivo di Stato - mamma Rai - e i suoi limiti sempre più evidenti a tutti, specie ai più giovani, di lì a poco protagonisti sulle scene. Limiti sia sui contenuti sia sulle forme, ad esempio con la terribile censura e con il veto sulle dediche in onda.
Inoltre leggendo "Libere!" si scopre come le remote emittenti private americane e le meno lontane antenne commerciali europee, comprese le mitiche radio pirata, abbiano caratterizzato uno stile leggero e peculiare di fondere musica e parole. Emerge finemente come abbiano influenzato le diverse correnti di pensiero che proponevano di superare il monopolio di Radio Rai degli anni Settanta. E tutto, come in un romanzo, scorre inserito in un clima contestatario con numerose riflessioni sul contesto politico, sociale e culturale. La spinta tecnologica, con gli apparecchi radio a transistor, i dischi a buon mercato e la nuova modulazione di frequenza stereo, nonché le leggi (e una storica sentenza della Corte Costituzionale nel '76) fanno da cornice al boom delle radio libere, private e locali. Sono i cosiddetti "cento fiori", ovvero quelle radio che dal 1975 al 1980 hanno mandato in onda di tutto rivoluzionando per sempre il panorama sonoro italiano. È stato un caso unico rispetto al resto d'Europa per i modi rocamboleschi e aggressivi in cui si è arrivati alla liberalizzazione dell'etere. Un pluralismo e un sistema concorrenziale misto si sono imposti di fatto. La politica non li ha saputi neppure governare. Ha ascoltato alla rivoluzione dei linguaggi di una radio che si avvicinava alla gente e ai suoi bisogni. Una politica meravigliata e un po' passiva, come molti ascoltatori delle nuove radio libere. Ma non sempre, per fortuna, da sinistra a destra.


Questa storia densa di documentazione e testimonianze che parte da isolati esperimenti clandestini, declina i primi pionieri al microfono ed elenca una serie di antenne e di voci che si intrecciano in tutto il testo. Ci sono radio impegnate e di evasione, stazioni religiose e antenne di servizio che tentano di sollevare le sorti delle comunità locali dello stivale italico, nelle metropoli di Milano e Roma così come nelle realtà di provincia. I lettori incontrano l'uso della diretta, l'abuso del telefono, la spettacolarizzazione del calcio, i dialetti, la contestazione e l'eros. E ancora: il far west dell'etere, i programmi autogestiti e mal finanziati e persino il ruolo della radio nelle zone terremotate (tristemente attuale in questo 2009 dopo il sisma in Abruzzo). Da considerare il gradevole paragrafo coi nomi delle radio del tempo e dei personaggi, nonché l'utile "indice delle radio" alla fine del libro che consente una rapida consultazione delle informazioni sulle centinaia di emittenti citate. A più di trent'anni sembrano davvero poche quelle che resistono. Ma tutte hanno lasciato almeno qualche traccia.
Amanti della Radio, eccovi serviti.


RADIO LIBERE ITALIANE ANNI'70
Nuovi Equilibri, Collana Sconcerto
di Stefano Dark
208 pp. 15€

(Giada Martinucci - EuMagazine)