mercoledì 20 agosto 2008

Il digitale terrestre ha fatto flop

Nei 27 Paesi dell'Ue il 96% delle abitazioni ha almeno un apparecchio televisivo. Vi è però un dato assolutamente nuovo, figlio della rivoluzione digitale, della transizione a nuove modalità di accesso e consumo dei contenuti televisivi: la percentuale è infatti calata in Francia (-4%) e Spagna (-6%) rispetto al 2007, mentre in Finlandia è scesa al 92% (-4%). Il digitale terrestre, inoltre, sarebbe presente solo nell'8% delle abitazioni italiane. Sono questi alcuni dei risultati dell'indagine Eurobarometro "E-communications household", condotta da Tns Opinion & Social Network, consorzio creato da Taylor Nelson Sofres e Gallup, per conto della Commissione Ue. Il 41% delle abitazioni europee (-4% sul 2007) - meno della metà - riceve la televisione con l'antenna terrestre mentre il 34% la riceve attraverso reti via cavo. Nei 12 Paesi nuovi membri dell'Unione, il cavo è la rete attraverso la quale ben il 46% delle abitazioni riceve il segnale televisivo mentre il digitale (+5% annuo sui 27 paesi) e il satellite sono più diffusi tra gli altri 15 Stati membri originari L'Italia è uno dei paesi europei con la più alta percentuale di abitazioni che utilizza l'antenna terrestre, il 79%, quasi il doppio della media europea. Il 18% delle case italiane riceve la tv attraverso l'antenna satellitare, percentuale vicina alla media europea del 22%, mentre, solo l'8% delle abitazioni riceve la tv digitale terrestre, rispetto a una media dei 27 Paesi dell'Ue pari al 12%, con la Francia al 21% e la Gran Bretagna al 31% di penetrazione, frutto quest'ultima del successo della piattaforma Freeview. Un dato, quello italiano, molto inferiore ad altre stime e ricerche, che, se fosse confermato, ma appare troppo prudenziale, farebbe aprire forti interrogativi sulle politiche d'incentivazione dei decoder e sulla regionalizzazione dello spegnimento del segnale analogico (e, quindi, di ingresso dei nuovi entranti) scelte dai Governi nazionali. Va rilevato, inoltre, che nel suo Piano industriale 2008-2010, la Rai, che pure stima una penetrazione del 20% del digitale terrestre (il 12% in più rispetto all'indagine di Eurobarometro!) mette in luce come vi sia un 62% di famiglie che utilizzano in modo occasionale il decoder terrestre, in genere durante le partite di calcio e un 13% di famiglie che non lo utilizza affatto. Tre quarti di quel 20% stimato dalla Rai, insomma, è composto da famiglie che usano il decoder terrestre saltuariamente. Fanno eccezione le regioni, come la Sardegna, dove si è scelto lo spegnimento anticipato dall'analogico di Rai2, Rete4 e Qoob: in questo caso, più della metà delle famiglie, nell'isola, vede la tv attraverso il decoder digitale in attesa dello spegnimento di tutti gli impianti analogici fissato a fine ottobre di quest'anno. L'indagine sull'E-communication, pubblicata nel giugno 2008, è stata condotta tra il novembre e il dicembre 2007 per conto della Direzione generale per la Società dell'informazione della Commissione europea, con l'obiettivo di valutare i benefici della liberalizzazione dei mercati della comunicazione sui consumi dei prodotti e dei servizi delle Tlc, di Internet e televisivi. La ricerca è stata condotta su un totale di 26.730 cittadini, mille circa per ciascun Paese, in ciascuno dei 27 stati dell'Unione europea, con modalità omogenee alle due indagini precedenti sull'E-communication, condotte la prima tra il dicembre 2005 e il gennaio 2006 e la seconda tra il novembre e il dicembre 2006. La domanda posta alle famiglie sul digitale terrestre è «con quali modalità accede alla tv nella propria abitazione?» e tale domanda può aver indotto alcune famiglie a rispondere semplicemente «con l'antenna terrestre», pur avendo in casa un decoder, non percepito come strumento di accesso, in alcuni casi perché non utilizzato come tale, nonostante la retorica sulle "famiglie digitali". L'8% assegnato all'Italia appare sicuramente sottodimensionato tanto quanto alcune indagini ufficiali appaiono sovradimensionate, alla luce anche dei bassi ascolti della piattaforma. L'Italia si ritrova agli ultimi posti della classifica dell'indagine anche nei pacchetti di servizi di comunicazione (telefonia, Internet, tv) ricevuti nelle abitazioni. Il 29% delle abitazioni riceve due o più servizi di comunicazione all'interno di un'offerta integrata a prezzo unico, con un incremento dell'11% rispetto al 2006. Nei nuovi Stati membri, sono rilevanti le percentuali dell'Estonia (36%) e della Slovenia (32%) mentre in Italia solo il 15% delle famiglie hanno acquistato almeno due servizi di comunicazione da un operatore del settore. Solo Grecia e Finlandia hanno percentuali più basse. (Il Sole 24 Ore)