domenica 11 gennaio 2009

TiMedia si arrende e vende, il terzo polo è Sky

Nella galassia Telecom Italia c’è un piccolo pianeta in trepidazione per il proprio futuro. Si tratta di TiMedia, nella cui orbita gravano, tra l’altro, i due canali generalisti Mtv e La7. Perché tanta trepidazione? Beh, le notizie che giungono dai padroni della galassia non sono certo rassicuranti. In un sistema televisivo che si appresta al grande salto nel digitale terrestre, che affila le armi per la guerra dei bouquet e nel quale la differenza la faranno i costosi contenuti, TiMedia ha deciso infatti di arrendersi. Prima ha venduto alla famiglia Wallenberg, la più influente in Svezia, tutta CartaPiù. Un accordo che prevede la cessione (per 16,6 milioni) delle attività pay per view del digitale terrestre ad Airplus Tv. Dopodiché, nel primo trimestre del 2009, metterà all’asta (competitiva) il digitale terrestre de La7. E per il digitale Mtv si sarebbero già fatti avanti emissari del Gruppo de Agostini. TiMedia – con 25 giornalisti sull’orlo del licenziamento, l’assillo del 3 per cento di share e perdite per 500 mila euro al giorno – ha deciso dunque di lasciar perdere il business della tv. E se lo smantellamento andrà avanti, lo switch off segnerà da una parte l’accensione del digitale per tutti, e dall’altra tirerà giù la saracinesca televisiva del gruppo Telecom che – per ammissione di Franco Bernabé - guarda con interresse solo al business dell’Iptv. Una piattaforma, quella della tv via Internet, da poche centinaia di migliaia di utenti, per ora; e che Telecom cercherà di far decollare grazie soprattutto alla banda larga a 28 megabit al secondo già in fase di sperimentazione. Ma perché Telecom spegne la tv? Perché tra il 2002 e il 2007 il gruppo ha investito 870 milioni di euro (e altri 180 sono stanziati fino al 2010) e ne ha ricavati in cambio solo 360. Il tutto senza calcolare i 250 milioni spesi per l’acquisto delle frequenze. L’occasione per crescere e dare davvero fastidio al duopolio stava tutta nel ddl Gentiloni: avrebbe “liberato” 600 milioni di risorse all’anno (sottraendole in particolare al “Biscione”) che avrebbero aiutato proprio TiMedia a decollare. La7 e Mtv, invece, fanno ancora oggi solo una buona tv di nicchia, e a decollare – ecco il vero terzo polo – è stato il satellite di Sky. I campioni ingaggiati in queste stagioni, poi - da Giuliano Ferrara a Gad Lerner, da Piero Chiambretti a Daria Bignardi – sono costati molto e non sono riusciti a scrollare lo share dal 3-4 per cento. Tant’è che sono tutti (o quasi) emigrati alla concorrenza dopo che il capitano, Antonio Campo Dall’Orto, ha dovuto abbandonare la nave al nuovo ad, Giovanni Stella: più che un lungimirante amministratore, uno spietato revisore. (Velino)