mercoledì 25 giugno 2008

SARKOZY AVVIA RIFORMA TV PUBBLICA: STOP ALLA PUBBLICITA'

Oggi rapporto della "commissione Copé" consegnato al presidente

Arriva finalmente, dopo quattro mesi di riflessioni, il rapporto della cosiddetta commissione Copé che rivoluzionerà la tv pubblica francese tagliando i contributi della pubblicità. Una delle molte riforme dell'era Sarkozy, annunciata dallo stesso presidente, e che aveva da subito scatenato le proteste di chi teme un affossamento del servizio pubblico a tutto vantaggio dei canali privati, alcuni dei quali accusati di essere molto amichevoli con il capo dello Stato e i "poteri forti" dell'economia. Oggi pomeriggio il rapporto sarà consegnato a Sarkozy. Nelle sue grandi linee, definisce il modello futuro della tv pubblica ma anche del suo finanziamento, problema ovviamente cruciale. L'interruzione della raccolta pubblicitaria è previsto in via definitiva per il 2012, mentre dal primo settembre 2009 dovrebbero essere eliminati gli spot dopo le ore 20. Le reti pubbliche saranno invece alimentate tramite il canone, le tasse sui fornitori di servizi internet e gli operatori telecom, ma anche da un prelievo sulle reti private. Ma sono proposte che già scatenano le polemiche. Intanto la tassa dello 0,5% sui profitti degli internet provider e degli operatori di telefonia mobile non piace affatto agli interessati, anche se potrebbe produrre 210 milioni di euro all'anno. La Federazione francese degli operatori ha più volte reso noto che sarebbe "estremamente pericoloso per questo settore, uno dei motori della crescita in Francia". Ovvio pensare che si ripercuoterebbe sugli utenti. C'è poi qualche problema a livello europeo: la Commissione Ue fa sapere che "a una prima lettura la commissaria per i Media, Viviane Reding, non è entusiasta" all'idea di tassare settori che muovono la crescita. Jean Francois Copé ha replicato che "la legislazione europea in questo campo non ha voce in capitolo. Può esprimere reticenze in caso di tasse gigantesche ma qui si tratta di un piccolissimo prelievo" che, assicura, non danneggerà le bollette degli utenti perché "c'è grande concorrenza" fra i vari operatori. Timori nascono anche dalla tv: 15 redattori capo e presentatori dei TG nazionali della rete France3 si sono uniti nella firma di un articolo su Le Monde per "rifiutare un servizio pubblico smantellato" e chiedere "un finanziamento permanente e ambizioso". Jean Francois Copé è capogruppo dell'Ump, il partito di maggioranza, alla Camera dei deputati; la commissione sulla riforma è composta di deputati e professionisti del settore audiovisivo. Sarà alla fine il presidente Sarkozy a decidere sulle misure del rapporto e a farne la base di un progetto di legge da sottoporre in autunno al parlamento. Indiscrezioni del quotidiano economico La Tribune: il presidente dovrebbe calcare la mano e sostenere una tassa "fra lo 0,8 e lo 0,9%" per gli operatori internet e di telefonia mobile. Potrebbe inoltre chiedere il blocco della pubblicità dopo le 20 fin dal primo gennaio 2009. (Apcom)