martedì 6 maggio 2008

Europa 7 chiede ai giudici assegnazione frequenze o risarcimento

La decisione del Consiglio di Stato attesa prima dell'estate

L'assegnazione delle frequenze mai ottenute insieme ad un risarcimento danni di 2 miliardi di euro o, in subordine, un risarcimento di 3 miliardi. E' la richiesta avanzata oggi da Europa 7 ai giudici del Consiglio di Stato chiamati a decidere sui ricorsi presentati dall'emittente contro il ministero delle Comunicazioni e l'Autorita' per le tlc dopo che la Corte di giustizia Europea ha giudicata contraria alla normativa comunitaria l'allocazione delle frequenze in Italia. Da parte sua, l'Avvocatura dello Stato ha negato la sussistenza in capo all'emittente di Francesco Di Stefano sia del diritto all'assegnazione delle frequenze sia quello al risarcimento del danno. Quanto a Mediaset, chiamata in causa in quanto le frequenze reclamate da Europa 7 sono occupate da Retequattro, ha sostenuto l'inammissibilita' dei ricorsi, fermo restando l'eventuale diritto al risarcimento del danno. Al termine dell'udienza, durata tre ore e mezzo, i giudici si sono riservati di decidere. La sentenza e' attesa prima dell'estate. La vicenda nasce nel 1999, quando Europa 7 ottiene la concessione a trasmettere a livello nazionale. Trasmissioni mai iniziate, dal momento che non le vengono assegnate le frequenze necessarie. Da qui una girandola di ricorsi, arrivati fino alla Corte di Giustizia Ue che, su richiesta del Consiglio di Stato, lo scorso 31 gennaio ha dichiarato il regime italiano di assegnazione delle frequenze "contrario al diritto comunitario". Quindi oggi l'ultimo atto, con l'udienza per la discussione nel merito di sette ricorsi (sei di Europa 7 e uno di Mediaset) che si e' svolta davanti alla VI sezione del Consiglio di Stato, presieduta da Giovanni Ruoppolo. Europa 7, rappresentata dagli avvocati Ottavio Grandinetti e Alessandro Pace, ha sostenuto l'obbligo del ministero di attribuirle le frequenze (piu' due miliardi di risarcimento), ha contestato l'avvenuta decadenza della concessione (scadeva nel 2005, ma l'emittente sostiene di avere pagato l'importo richiesto per il rinnovo) e ha impugnato l'abilitazione a trasmettere di Ret4. L'avvocatura dello Stato, rappresentata da Maurizio Di Carlo, ha ribattuto che la mancata assegnazione di frequenze non e' frutto di inadempimento da parte del ministero ma dell'"inerzia" di Europa 7 e che la concessione sarebbe venuta meno il 20 ottobre del 2005. Quanto a Rete4, la sentenza della Corte Ue "e' un mero precedente persuasivo non direttamente esecutivo". Da qui la richiesta di dichiarare inammissibili i ricorsi di Europa 7. Richiesta a cui si e' associato, per Mediaset, l'avvocato Luigi Medugno: "l'unica questione su cui i giudici sono chiamati a pronunciarsi e' il risarcimento del danno". Durante l'udienza sono stati discussi anche i ricorsi con cui Di Stefano reclama l'esecuzione di una sentenza del 2001 che gli avrebbe riconosciuto il diritto a una seconda concessione in favore dell'emittente 7 Plus, e quello presentato da Rti contro la sentenza del Tar Lazio che, accogliendo un ricorso di Rete A, ha indotto il ministero a indire il bando per 108 nuove frequenze tv (le buste saranno aperte l'8 maggio). Al termine, l'avvocato dello Stato ha negato di avere "ricevuto indicazioni dal ministero, al di la' della difesa tecnica tendente ad evitare il danno erariale". In una nota, il ministro Paolo Gentiloni, aveva precisato di avere inviato, il 17 aprile, "una missiva all'avvocato generale dello Stato, Oscar Fiumara" per ricordare il "valore vincolante" della sentenza della Corte Ue.
Dlu (Il Sole 24 Ore Radiocor)