venerdì 11 luglio 2008

Tv digitale in Sardegna: la dura contestazione del CNT

Durissimo comunicato dell’associazione che fa riferimento a Costantino Federico sull’assegnazione delle frequenze digitali nell’isola. Retecapri ne risulterebbe danneggiata e il CNT chiede la revoca del progetto di assegnazione in Sardegna e la ripetizione della procedura.

Ecco quanto pubblicato sul ‘bollettino’ dell’associazione CNT:

«Si allarga lo scandalo delle frequenze che il Ministero si appresterebbe ad assegnare sulla base dell’accordo tra Rai, Mediaset e Telecom. Contravvenendo alle decisioni e agli impegni assunti nella riunione conclusiva del CNID del 15 gennaio 2008, il 12 marzo 2008 in una riunione ristretta della cosiddetta Area di Intervento “Monitoraggio e Sviluppo Reti” si è proceduto alla spartizione dei canali digitali in Sardegna con la partecipazione di Rai, Mediaset, Telecom Italia Media, H3G, Rete A e D-Free, senza la partecipazione degli altri soggetti interessati e di altre emittenti nazionali come Retecapri. È semplicemente stupefacente che la scelta dei canali sia stata fatta direttamente dalle emittenti interessate senza alcuna procedura pubblica, trasparente e paritaria come specificamente previsto dalla legge e dalle direttive comunitarie. Alla Rai e a Mediaset verrebbero attribuiti sei canali cioè sei mux, a Telecom Italia Media quattro canali, ad H3G un canale e a D-Free un canale, mentre lo scandalo più clamoroso sarebbe per Rete A che avrebbe preteso l’assegnazione di due mux. L’aspetto più grave… è che le due frequenze verrebbero sottratte a Retecapri, emittente nazionale indipendente unica con sede nel Mezzogiorno d’Italia. Il CNT ha già chiesto la immediata revoca del progetto di assegnazione in Sardegna chiedendo che la procedura venga ripetuta nel rispetto della Legge. Anche a livello comunitario il CNT ha fatto partire il primo esposto ma è chiaro che se non viene corretto il tiro con la più equa assegnazione delle frequenze a tutti i soggetti che ne hanno diritto e tra questi ovviamente Retecapri, i luoghi di confronto non potranno che essere le aule di giustizia amministrativa e penale. Sulla vicenda è calata una cortina di silenzio sperando anche nella complicità della stagione estiva e feriale. Chi si preoccupa del duopolio nella Televisione analogica forse non ha ben compreso che nella Tv digitale e con la spartizione decisa in Sardegna Rai e Mediaset da sole controllerebbero almeno sessanta canali o programmi in digitale. Che spazio potranno mai avere le altre poche emittenti nazionali, ma soprattutto che spazio potranno avere le emittenti locali? Con il modello Sardegna le emittenti locali devono cominciare a pensare alla chiusura e alla ricerca di un altro lavoro». (Millecanali)